Come creare un marchio di accessori senza aver studiato design con Vanessa Kanaiza

La seconda puntata del Podcast è arrivata! Questa settimana, parliamo con Vanessa Kanaiza, designer del suo brand di clutch Kanaiza. Ascoltate questo episodio per scoprire come il British Fashion Council le ha fatto da mentore, sapere tutto sulla sua esperienza lavorativa da Anya Hindmarch e come diventare una persona intraprendente per far funzionare il proprio brand.
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Glam Observer Podcast

Gli episodi del Podcast per ora sono solo in inglese, ma trascriviamo e traduciamo ogni podcast.

Ho incontrato Kanaiza ad un evento organizzato da Dior Bediako – la fondatrice di Pepper Your Talk, una piattaforma che aiuta stagisti e giovani professionisti a trovare lavoro. Kanaiza mi ha colpita quando, durante l’evento, ha introdotto il suo brand omonimo ai panelisti.

Con nient’altro che la sua laurea in letteratura, Kanaiza sta sviluppando il suo brand con l’aiuto del British Fashion Council. Da come è riuscita ad essere sostenuta dal BFC alle sue doti di narratrice e la sua esperienza nel marchio inglese di borsa Anya Hindmarch – la storia di Kanaiza è appassionante quanta ricca di consigli da mettere in pratica.

Su Kanaiza e il suo brand omonimo…

Kanaiza è un marchio di accessori con al centro la Good News clutch. Tutte le mie creazioni devono avere una storia perché mi piace raccontare storie. La mia idea è di creare accessori che fanno parlare la gente. La Good News clutch si può’ vedere in due modi. Il primo estetico, perché somiglia ad una bibbia e il secondo è ispirato ad una domanda ricorrente: ‘che notizia vuoi sentire prima? La buona o la cattiva?’ Immagino una ragazza con la mia borsa in un wine bar e qualcuno che le si avvicina chiedendola ‘scusa, ma è una bibbia che ha in mano?’ Per me, è quel tipo di situazione che potrebbe portare a conversazioni interessanti. Quindi si’, vorrei vedere le mie creazioni come un punto per iniziare una conversazione. 

Vanessa Kanaiza

Su i suoi studi…

Ho studiato letteratura alla Queen Mary University. La mia tesi trattava di favole, in particolare su Shrek perché fa un ritratto delle donne e ragazze che mi piace. Rompe l’idea che tutte le ragazze aspettano un principe ricco e bello per salvarle. Shrek non ha niente a che fare con il fascino e i soldi. Guardate l’eroina Fiona che se la cava da sola, poi Shrek è lontano dall’immagine del principe azzurro. E a guardare bene, il principe biondo è un vero stronzo. Ci sono vari elementi in questo racconto che mostrano alle ragazze che ci sono altre opzioni più interessanti.

Su lavorare da Anya Hindmarch ed essere studentessa a tempo pieno…

Anche se non ho studiato design,  ho lavorato da Anya Hindmarch. Loro prestano tanta attenzione ai dettagli. Lavorando in questa azienda ho imparato molto sugli accessori e sulle borse.

Lavoravo come commessa in varie filiali tra cui quella di Bond Street dove hanno il loro showroom. Siccome non avevo mai visto borse così complesse, ho iniziato a guardarle con un occhio nuovo. Da Anya Hindmarch, una borsa non è solo una cosa da portare ma, è anche un accessorio ben pensato e strutturato attorno alla vita delle donne. Questa esperienza ha senza dubbio influenzato il mio processo creativo.

Era un lavoro normale ma duro, e grazie ad esso quell’anno riuscii a pagare l’università. Avevo dei managers fantastici che mi lasciavano studiare e mi chiamavano quando un cliente entrava in negozio. Mi reputo fortunata di aver avuto questi managers, però era dura. Era stressata dalle scadenze dei miei compiti da rispettare. Non è facile lavorare e studiare a tempo pieno allo stesso tempo ma è possibile.

Come è diventata una persona intraprendente…

Durante il mio ultimo anno universitario, mia madre mi disse che i miei studi non erano seri. Mi ha detto che dovevo fare giurisprudenza ma sicco non volevo, ho deciso di creare una rivista. Ho messo in piedi  in piedi, cercato modi di ottenere fondi e ci sono riuscita. È stato in quel momento che ho capito che se vuoi una cosa devi cercare in tutti i modi di ottenerla.

Cosa ne pensate di questo secondo episodio? Potete iscrivervi al Podcast su Itunes qui e per tutti coloro che non hanno un iPhone abbiamo anche il canale su Souncloud qui

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