Former fashion recruiter Violette Kimona's Career Tips

Consigli di Carriera da Violette Kimona ex Recruiter Settore Moda

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L’ex HR Violette Kimona ha lavorato negli ultimi 10 anni come recruiter facendo da collegamento tra le aziende e coloro che cercano lavoro nella moda. Ora lavora come stylist e gestisce il suo business. Violette è entrata in contatto con i recruiter delle aziende di moda e altri creativi. In questa intervista, ci racconta dell’importanza delle donne nel settore, dà consigli su come distinguersi con il proprio CV, cosa cercano gli HR delle aziende di moda quando devono assumere qualcuno, se è più importante studiare o fare stage e la sua routine mattutina.

1.Ciao Violette. Grazie per essere qui con noi oggi. Potresti presentarti alla community di Glam Observer?

Ciao a tutti e grazie per avermi reso parte di questa intervista! Sono Violette Kimona e ho lavorato nel settore della moda negli ultimi 10 anni in HR e PR principalmente, presso molte case di moda diverse. È un piacere parlare con tutti voi.

2.Lavorando come recruiter tecnico e di moda, la tua attenzione è stata posta nel supportare i creativi a trovare il loro percorso di carriera ideale. Di cosa ti sei occupata?

Ho gestito e reclutato nuovi talenti: facevo lo screening dei candidati per posizioni potenziali, quindi dovevo costruire solide relazioni con i candidati, costruire una piattaforma e interagire con le aziende di moda. In questo modo sono stata in grado di vedere cosa volevano entrambe le parti. Ero essenzialmente un ponte tra le aziende e coloro che cercano di lavorare al loro interno.

L’HR è incentrato sulla costruzione di rapporti. Uno sviluppo di fiducia reciproca che può consentire ai reclutatori di ottenere candidati credibili per potenziali ruoli.

3. Lavorare fianco a fianco con i reclutatori di moda e sapere esattamente quello che stanno cercando fa parte del tuo lavoro. A cosa prestano attenzione quando cercano personale per le aziende di moda?

Ogni ruolo in cui ho lavorato ha avuto esigenze diverse. Ad esempio, se lavorassi ad un ruolo di assistente di design, la maggior parte dei marchi di lusso richiederebbe un’esperienza di stage di almeno un anno e un’esperienza di 1-2 anni in un ruolo di lavoro retribuito. Per tali criteri, trovo che sia molto importante avere l’atteggiamento giusto ed essere una persona capace di insegnare. Ciò che mi attira verso un potenziale candidato è qualcuno che anche se non ha molta esperienza, è appassionato della propria area di lavoro, design, la produzione o pattern cutting.

4. Hai qualche consiglio sul CV e Cover Letter che potresti dare, al fine di far risaltare le tue esperienze rispetto a tutti gli altri candidati?

Direi di assicurarti di evidenziare le tue esperienze relative al ruolo che stai richiedendo. Qualcuno una volta mi ha detto “vestiti per il lavoro che vuoi, non il lavoro che hai”. Devi mostrare le competenze trasferibili che ti richiedono. Alle aziende piace davvero vedere i candidati che possono mettere in relazione le loro abilità con diversi aspetti dei ruoli che stanno pubblicizzando.

Assicurati di adattare il tuo CV a ciò che l’azienda sta cercando. Siate anche consapevoli di ciò che sta accadendo nel settore della moda, ad esempio ci stiamo muovendo verso un’era più digitale e la maggior parte dei designer tende a lavorare su sistemi CAD, quindi se avete una di queste abilità dovete evidenziarla.

5.Cosa pensi sia più rilevante e di supporto per una futura carriera nella moda: fare stage o studiare in una famosa università? Perché?

La moda è un settore così vasto che dipende molto da cosa vuoi fare. Ad esempio, se si dovesse intraprendere una carriera nel design della moda, consiglierei di andare prima di frequentare una scuola specializzata e poi di fare stage. Questo perché l’università offrirà lo skillset tecnico per aiutarti a creare capi di buona qualità. Tecnica e design vanno mano nella mano e ti vedrai come un candidato molto più forte se puoi dimostrare di averli entrambi. Il nome dell’università non è necessariamente importante, ma direi di fare la tua ricerca sull’università per scegliere quella che fa per te guardando cosa possono offrire in merito alle competenze e se questo potrebbe avvantaggiarti per i ruoli futuri.

Sicuramente direi che fare una sorta di stage è un vantaggio per la progressione di carriera in quanto ti offre esperienza e costruisce le tue abilità e ti permette di costruire connessioni con i professionisti del settore. Ti mostra anche se la moda è ciò che vuoi veramente fare. Ho avuto il privilegio di avere una laurea e ho beneficiato di molti stage. Questo mi ha aiutato a navigare in ciò che volevo veramente fare e mi ha esposto alla realtà di quanto possa essere difficile a volte il settore.

6.In che modo le aspettative dei reclutatori cambiano con l’aumento dell’interesse nei social media?

Direi ora che c’è stato un aumento dei social media, più persone sono in grado di creare il proprio percorso professionale attraverso questo mezzo e aumentare la propria reputazione. L’aumento dell’imprenditorialità è iniziato particolarmente nella moda. Ciò significa che le persone non vogliono veramente lavorare 9-5 ma hanno più impulso per avviare le proprie aziende. Questo ha permesso di trovare lavoro molto più facilmente perché le persone tendono a promuovere se stessi attraverso i social media. Con più candidati che diventano freelance, c’è un leggero aumento delle opportunità.

7. La maggior parte dei lettori di Glam Observer sono ragazze e donne. Come valuteresti l’impatto delle donne nel settore e quali sono i tuoi leader femminili preferiti del settore?

L’impatto delle donne è di fondamentale importanza in questo settore, considerato che è principalmente dominato dalle donne. Questo ha un senso in quanto stiamo promuovendo e progettando vestiti che noi donne vorremmo indossare.

Una donna che ammiro nel settore è Yasmin Sewell (VP of style and creative for WWD). Sento che la sua carriera ha influenzato il settore. Il suo contributo all’industria l’ha portata a lavorare come Buyer per Browns, dove ha scoperto Christopher Kane e ha creato la sua linea di abbigliamento Être Cécile nel 2013.

Ammiro molto il fatto che abbia ridefinito i marchi. Ad esempio, lavorando come direttore di stile per Style.com di Conde Nast, è stata responsabile per la ricreazione del grande magazzino britannico Liberty London come buyer nel 2008, dove ha cambiato e introdotto più marchi e designer Avant-garde che hanno portato a ricreare il concetto di negozio. Come di recente, ha ridefinito la direzione creativa di Farfetch come VP of style and creative.

8.Ci piacerebbe avere una visione della tua routine mattutina. Quali prodotti diresti sono essenziali per restare freschi e svegli durante una lunga giornata di lavoro?

Baso tutto sulla mia routine mattutina e così mi sento fresca. Recentemente ho sperimentato prodotti naturali per vedere che differenza fa. Inizio sempre la mattina con il mio scrub viso, che consiste in bicarbonato di sodio, coconut oil e zucchero di canna. Uso un Aloe Vera gel toner, che aiuta con le occhiaie e migliora il tono della pelle. Poi mi idrato con olio di cocco naturale, che aiuta a idratare la pelle e mi fa sembrare fresca tutto il giorno. Di sera tendo ad usare la “Renu Skin flash relax mask” che aiuta a levigare la pelle.

9.Quali sono i tuoi tre pezzi preferiti che indossi in ufficio al momento?

Attualmente i miei pezzi preferiti da indossare in ufficio sono il mio fidato blazer bianco di Mango, il mio rossetto rosso  Chanel Rouge Allure e le mie zeppe nere a punta aperta di Zara. Questi articoli essenziali sono sempre buoni da indossare per le riunioni.

10.Tre aspetti che apprezzi di più del settore della moda?

Il ritmo veloce dell’industria della moda ti sfida a essere flessibile e attento nel modo in cui gestisci i cambiamenti di tendenza e in che modo percepiamo i vestiti che scegliamo di acquistare. Mi piacciono le continue opportunità di incontrare nuove persone ed espandere le mie reti. Direi anche che la creatività è sempre al centro di ciò che accade nel settore della moda e spero di continuare a svilupparlo attraverso la mia attività e i clienti con cui lavoro.

Intervista Lilly Meuser

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