Qui su GlamObserver adoriamo scrivere e raccontare le storie di chi lavora nella moda per capire quali sono i vari ruoli di questa industria e come ci si arriva ad ottenere quella determinata posizione.
Oggi ho il piacere di farvi scoprire la storia di Serena Castrignano, Fashion Editor Assistant presso Vogue Italia. Nell’intervista ci racconta la sua esperienza, da cosa ha studiato e come ha ottenuto il suo primo stage in Vogue fino al suo attuale ruolo, in più spiega cosa serve per poter lavorare in una rivista di moda come Fashion Editor.
Sono sicura che la sua storia vi piacerà e vi farà capire come funziona l’editoria nel campo della moda.
Cosa hai studiato?
Ho studiato Scienze Politiche con indirizzo Relazioni Internazionali e Studi europei all’università degli studi di Bari. Percorso che non ho ancora completato in quanto ho iniziato a lavorare molto “presto” per gli standard italiani, ma è un traguardo che ho sicuramente intenzione di raggiungere.
Hai avuto un’esperienza di stage in Vogue e poi di nuovo come Fashion Editor Assistant. Hai sempre saputo che avresti voluto lavorare nell’editoria o è stato un caso?
In realtà è nato tutto quasi per caso, spinta però dalla passione. All’inizio volevo intraprendere la carriera diplomatica, ma quasi in contemporanea con l’inizio dell’Università ho iniziato a trascorrere molto tempo a Milano, in quanto il mio ex-fidanzato studiava al Politecnico. Ed essere a Milano, per una ragazza che è comunque appassionata di moda come lo ero, e lo sono, nella maggior parte dei casi non può che portare verso un’unica strada.
Quello che mi ha spinto a provarci è stato il fatto che da Vogue Italia ci fosse la possibilità di effettuare degli stage brevi anche per chi non aveva esperienza, o studiava in Università, e nel 2011 sono stata selezionata. Nell’Ottobre 2012 ho fatto la mia esperienza di stage, e poi praticamente non sono più andata via.
Di cosa si occupa un Fashion Editor Assistant e un Fashion Talent Editor e con chi ti interfacci principalmente in azienda?
Un Fashion Editor Assistant si occupa della parte “pratica” della preparazione di un servizio fotografico. Seguendo le indicazioni del Fashion Editor nonchè Stylist provvede alle richieste degli abiti e accessori agli uffici stampa e a fare la ricerca, seguendo il tema preposto, dei pezzi che possono funzionare all’interno dello shooting. Successivamente, sarà la persona che assisterà lo stylist sul set. All’interno dell’azienda ci si interfaccia naturalmente con il Fashion Editor, nonchè con la segreteria di produzione e con il guardaroba.
Un Fashion Talent Editor, invece è un ruolo prettamente specifico di Vogue Italia. Vogue Talents è la piattaforma internazionale creata da Sara Sozzani Maino con la quale lavoro, e che ci permette di scoprire i nuovi talenti della moda. Quindi prevede molta ricerca sia online che fisica in tutto il mondo mirata a dare visibilità ai designer emergenti (ma anche fotografi, illustratori e stylist). Scriviamo articoli per il sito di Vogue Italia, organizziamo eventi e collaborazioni anche con aziende partner per poterli supportare nella migliore maniera.
Vogue è il sogno di molte persone, credo la prima carriera che viene in mente quando si pensa alla moda da ragazzine sfogliando la rivista. E poi abbiamo visto tutte “Il Diavolo veste Prada”. Come descriveresti questo ambiente?
Sicuramente molto più “tranquillo” di quello raccontato nel film. Niente cappuccini bollenti sulle scrivanie o armadi pieni di abiti e accessori da sogno, ma un ambiente più creativo, dove i vari comparti del giornale (attualità, web, beauty, moda, grafico, etc) si interfacciano e aiutano tra loro per creare idee e team working. Molte volte capita anche di incontrare modelle arrivate per un casting, fotografi e direttori creativi. Non per ultimo, una delle particolarità della redazione di Vogue Italia, è l’avere le pareti dei corridoi tappezzate delle fotografie più belle pubblicate nelle pagine del giornale negli ultimi 27 anni. La sensazione è proprio quella di camminare in un sogno. E non necessariamente dovendo indossare tacchi 12! A volte cediamo tutti, me compresa, alla comodità di jeans e Nike.
Non hai una laurea specifica nella moda, come me ed altre persone che lavorano in questo settore. Credi che questo ti abbia penalizzata in termini di conoscenza?
Inizialmente mi sono sentita un po’ penalizzata in quanto mi mancavano alcune basi di Storia della Moda, quindi la parte più specifica e non di cultura generale che chi più chi meno possiede. La particolarità però di questo settore è che ti permette di imparare molto in fretta con la pratica. Dall’assistere uno stylist su un set fotografico, al riconoscere un bravo designer emergente sono delle capacità che una persona può imparare con l’esperienza e la tenacia. Una delle caratteristiche vincenti di chi vuole intraprendere un lavoro in questo settore è sicuramente la voglia di imparare.
Tu che ci sei dentro, credi che per poter diventare Editor bisogni passare da tutti i vari step di stagista, assistente fino a raggiungere la vetta, oppure ci sono altre strade?
Diciamo che gli steps sono “obbligatori” per chi vuole lavorare all’interno di una testata, il primo passo è diventare assistente di un Fashion Editor per imparare tutte le cose importanti che servono nel lavoro. La gavetta è sicuramente lunga, ma una delle cose belle del lavorare in questo settore è l’imprevedibilità. Non puoi mai sapere chi incontrerai domani e le opportunità che potresti avere. Oggi puoi essere uno stagista, magari domani puoi incontrare un direttore artistico o un fotografo che vedendo come lavori, ti propone di lavorare insieme per un servizio preparato interamente da te. È il bello dello svolgere un lavoro creativo.
Descrivici un pò la tua giornata tipo.
La mia giornata tipo è in redazione dalle 9.30 alle 18.30 circa, dove fra mail, riunioni, articoli per il sito o progetti da sviluppare e/o organizzare il tempo vola nel vero senso della parola. C’è sempre qualcosa in più da fare, o imprevisto da gestire.
A volte però capita di avere appuntamenti in showroom o uffici stampa, o di dover andare in guardaroba per controllare l’arrivo di abiti e accessori, oppure conferenze, incontri o sfilate.
O altre ancora, seguendo la parte di Vogue Talents che mi porta a viaggiare molto in tutto il mondo per Fashion Week e non solo, alla ricerca di nuovi designer emergenti, di dover correre direttamente dalla redazione in aeroporto con la valigia al seguito.
Qualche consiglio per chi vorrebbe intraprendere la tua stessa carriera?
Fra quelli che possono essere i consigli più pratici direi l’essere intraprendente e avere voglia di fare e adattarsi. Dall’esterno viene sempre visto come il lavoro dei sogni, fatto di party e glitter. Non è solo così, è un lavoro come molti altri, che porta ad essere pronti a dover fare dei sacrifici e a volte lavorare anche per 12 ore (specie sui set fotografici). In più, partire dal basso con umiltà, imparare e carpire i segreti da chi ha più esperienza ed essere pronti ad affrontare qualsiasi evenienza.
In ultimo ma non per ultimo, il credere in sè stessi e nei propri sogni.