Durante l’inizio del lockdown, quando è stata annunciata la cancellazione/posticipazione delle sfilate di Giugno il futuro delle sfilate di moda è stato messo in discussione diverse volte. Durante le Vogue Global Conversations, la serie di talk organizzati da Vogue durante la quarantena, il primo giorno, Marc Jacobs aveva risposto alla domanda dell’editor in chief di British Vogue Edward Enninful, in cui gli chiedeva durante il live streaming su Zoom, come avrebbe presentato la sua collezione primavera/estate 2021: ” non so neanche se ci sarà una collezione p/e”. Accusando il virus di aver impattato la creatività ritenendo impossibile relizzare una collezione senza poter viaggiare e toccare con mano i materiali o lavorare con il proprio team.
Il 21 Aprile, più o meno un mese dopo la chiusura, Londra ha annunciato la sua prima edizione di settimana della moda interamente digitale. E così è stato dal 12 al 14 giugno 2020.
A seguire poi l’annuncio della settimana della moda maschile (9-13 luglio) e Haute Couture (6-8 Luglio) a Parigi che hanno preceduto Milano per la prima volta rispetto al solito calendario che vede Parigi come ultima delle capitali a chiudere il mese della moda.
Se c’è una cosa che queste due ultime settimane hanno dimostrato è che la creatività e le sfilate non sono state impattate negativamente dal Covid come si pensava.
In molti erano preoccupati dal fatto che il distanziamento sociale non avrebbe permesso di poter realizzare le sfilate e che non avrebbe ispirato i designer. Alla fine sono umani come tutti noi e se per tutti hanno dimostrato come le abitudini stravolte, il distanziamento sociale, le restrizioni, il non potersi spostare e la paura hanno avuto un impatto sulle nostre condizioni mentiali, nessuno escludeva che i designer sarebbero rimasti immuni. Eppure, oggi, dopo la scorse due settimane di presentazioni, hanno dimostrato di avere davvero qualcosa di speciale.
Jacquemus, anche quest’anno dopo il campo di lavanda, stupisce tutti e si propone come l’esempio perfetto che la creatività non ha abbandonato la moda durante il lockdown e che le sfilate con il distanziamento sociale sono possibili e non meno spettacolari. Per chiudere il pacchetto di una presentazione perfetta durante un difficile 2020, la collezione di Jacquemus è disponibile al preordine fino al 31 Luglio sul sito, con consegne da Dicembre a Marzo 2021, includendo quindi un altro fra i temi caldi di questo settore: la sostenibilità.
“JACQUEMUS si impegna a sviluppare la propria produzione nei modi più progressivi, sensibili e sostenibili.
I preordini aiutano a garantire che la produzione corrisponda più direttamente alla domanda, stabilendo in definitiva un modello commerciale positivo per tutti.”
Nel caso vi foste persi, vi lascio i link alla straordinaria sfilata primavera/estate 2021 L’Amour sul sito Jacquemus o YouTube ed anche il link a questo interessante articolo
https://www.vogue.co.uk/fashion/article/socially-distanced-fashion-show
Che la creatività non è stata compromessa, ma decisamente messa alla prova con risultati spettacolari, lo dimostra anche la presentazione della Haute Couture di Dior, attraverso un mini film magico e surreale diretto da Matteo Garrone.
Quando Alessandro Michele a Maggio aveva dichiarato che su cinque appuntamenti all’anno con Gucci ne avrebbe proposto solo due «perché nella mia testa io penso alla primavera e all’autunno come a due spontanee, istintive fasi di metamorfosi del pianeta, del tempo, dell’atmosfera» altri stilisti e brand si sono uniti a non voler presentare a Settembre come da calendario da Michael Kors a Saint Laurent, Marc Jacobs, Alexander Wang. In quel comunicato stampa però aveva già preannunciato l’evento di Luglio Epilogo e le pretese da parte di tutti sono state rispettate enormemente. Un evento in live streaming di 12 ore iniziato alle 8 di mattina di venerdì 17 e con una parte narrativa di Alessandro Michele alle 14:00. Per gli interessati al settore, l’evento è stato un ottimo modo per sbirciare dietro le quinte e vedere cosa significa organizzare una sfilata, mentre per tutti gli altri è stata un ulteriore conferma di come questa pandemia non ha fortunatamente impattato il gene creativo dei designer.
Prima di Jacquemus, ma senza pubblico (anche se con 20.000 spettatori di passaggio dalla riva), la presentazione dal vivo in mezzo a tutte le sfilate e film digitali, è stata quella di Balmain. Olivier Rousteing conquista ancora tutti presentando la collezione su una barca sulla Senna. Nello show che celebra i 75 anni della maison, oltre alle creazione di Rousteing, sono stati presentati pezzi d’archivio di Pierre Balmain e dei suoi successori come Oscar de La Renta ed Erik Mortensen, accompagnati dalla performance musical dal vivo di Yseult.”Quello che è successo domenica è andato oltre la settimana della moda digitale”.
A Vogue, Olivier Rousteing, conferma come le sfilate sono qui per rimanere “È davvero difficile fare il digitale senza alcuna esperienza fisica; ci manca tutto ” “Lavoriamo per un pubblico e perdi l’emozione se non ne hai uno. Dobbiamo tornare a quello. “
Questi grandi show hanno portato a tutti noi una ventata di positività e ispirazione che si era spenta durante il periodo di quarantena. Perchè se un settore come quello della moda sembrava aver risentito tanto della crisi (negozi chiusi, grandi nomi in bancarotta), non era sicuramente rassicurante per nessuno, non solo per i diretti interessati. Come sarebbe stato il futuro in generale? Si sarebbe persa la creatività, il sogno, l’energia? Fortunatamente i designer hanno risollevato il morale di tanti e si è sentita la voglia di continuare a fare moda, di liberare il lato creativo, di ispirare, di raccontare storie.
Forse per questo i commenti sotto il video della presentazione di Prada “la sfilata che non è mai accaduta” non sembrano complimenti. Molti lo definiscono “cupo” addirittura alcuni “film horron” e accusano i modelli per la magrezza non salutare. Insomma una presentazione che non echeggia la positività e l’energia di cui ha bisogno adesso la gente dopo mesi difficili e che ci si sarebbe aspettati dall’ultima sfilata di Miuccia Prada come unico direttore creativo prima dell’arrivo di Raf Simon.
Quello che è certo è che le sfilate sono qui per rimanere. Come per tutto, nel tempo ci saranno dei cambiamenti, queste due settimane hanno dimostrato come si può uscire dai vecchi schemi, rispettando comunque gli obiettivi di una sfilata che non è solo quello di mostrare le nuove collezioni ma avviare una conversazione e far sognare in modo spettacolare.
Potete riguardare tutte le sfilate digitali da qui: