Come Chiara laureata in legge, è passata da The Blonde Salad a diventare Project Manager per Condè Nast

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In tanti articoli ed interviste qui su Glam Observer, abbiamo detto più volte che studiare moda non è un requisito necessario per lavorare nel settore della moda ed avere una carriera di successo, specialmente se non si vuole scegliere un percorso legato al design. Lo conferma anche Chiara Magnaghi, che dopo aver studiato legge, ha capito che il settore della moda era fatto per lei. Nonostante le difficoltà che l’hanno quasi spinta ad arrendersi per intraprendere un percorso di studi coerente con i suoi studi, ha lottato per la sua passione ed è entrata in questo settore lavorando come Project Manager per The Blonde Salad per poi ricoprire il ruolo di Project&Talent Manager per la divisione Condè Nast Social Talent Agency la realtà di Condé Nast dedicata al talent&influencer management nata ad ottobre 2018 sotto la direzione strategica di Riccardo Pozzoli, imprenditore seriale e autore.

In questa intervista ci racconta del suo percorso di carriera, di come ha affrontato le sue difficoltà e del lavorare nella moda a Milano.

Enjoy it!

  • Ciao Chiara! Puoi presentarti alla community di Glam Observer?

Ciao Giada e ciao alla community di Glam Observer. Sono Chiara Magnaghi, ho 33 anni vivo a Milano da 10. In Condè Nast Italia ricopro il ruolo di Project&Talent Manager per la divisione Condè Nast Social Talent Agency, la nuova agenzia della media company dedicata al management di talenti digitali*

  • Hai studiato Giurisprudenza e poi fatto un Master in Comunicazione e Digital Strategy. Hai avuto difficoltà a trovare lavoro nella moda nonostante non avessi frequentato studi relativi al settore? 

Il mio percorso lavorativo è stato particolare. Scelsi giurisprudenza perché amavo molto la materia e mi affascinava l’ambito legale. Terminati gli studi, intrapresi una breve esperienza nel settore rendendomi immediatamente conto che per quanto gli studi fossero stati affascinanti, la professione non mi permetteva di esprimermi a pieno. Ho sempre avuto una propensione per il project management e interesse per la comunicazione. Sentivo che quella sarebbe stata la strada più affine alle mie skills. Conosco Riccardo Pozzoli fin dai tempi delle scuole superiori e a quel tempo stava avviando The Blonde Salad. Entrai nel team ed iniziai da lì il mio percorso in comunicazione gestendo i progetti legati al blog e le prime collaborazioni con i brand. 

Dopo qualche anno in The Blonde Salad decisi che volevo acquisire anche nozioni teoriche sul mondo del marketing e comunicazione, da qui la il master che mi ha portato ad un’esperienza in una nota agenzia di pubblicità a Milano. Durante quel periodo ho avuto la possibilità di conoscere la comunicazione a 360° di aprire la mente alla creatività (per chi intraprende determinati studi, come giurisprudenza, la flessibilità mentale e di idee è più difficile da conquistare). Al termine di questa esperienza sono rientrata in TBS nel 2017 fino a seguire poi Riccardo nella sua avventura in Condè Nast.

  • Come veniva vista la tua laurea in Giurisprudenza dalle aziende di moda?

Confesso è che è stato difficile. Sapevo di poter fare tanto ed ero piena di entusiasmo e voglia di mettermi in gioco, ma il percorso accademico influiva (non essendo ancora all’epoca il curriculum ricco di esperienze professionali nel settore). Sono stata più volte sul punto di arrendermi per intraprendere la strada più facile (ovvero quella più coerente con i miei studi), ma non mi sono arresa perché sapevo che questa sarebbe stata la via giusta, che mi avrebbe reso felice. Ero al 100% determinata a percorrerla.

  • Ora sei Project Manager presso Condè Nast, quali sono stati gli step necessari per ottenere questo ruolo?

Non ci sono step predefiniti in questo ambito professionale. Nel mio caso intraprendere un’esperienza nell’ambito della pubblicità mi ha molto agevolato perché ho avuto la possibilità di confrontarmi con clienti delle categorie merceologiche più disparate e campagne di comunicazione che prevedevano il coinvolgimento di diversi media. Credo che il ruolo di project manager sia 40% esperienza, 40% skills personali (una naturale propensione al problem solving alla previsione di sviluppo di qualsiasi progetto) 20% studio. Essere infatti sempre aggiornati in questo settore è fondamentale. Lavorando nel mondo dei media e in quello dell’influencer marketing conoscere le tendenze del settore e soprattutto studiarne l’evoluzione non solo è importante per la propria professionalità, ma anche per offrire un servizio di valore a clienti e collaboratori. 

  • Ci descrivi le attività principali del tuo lavoro e quali sono le competenze necessarie per ottenere un ruolo come il tuo?

Le attività principali del mio lavoro sono definire una strategia di progetto (sulla base degli obiettivi del brand) stabilirne gli step di sviluppo creativo (e operativo), monitoraggio, report dei risultati.

Anche la definizione di un buon piano B è vitale 😉

Trattandosi principalmente di progetti che coinvolgono ambassador e le testate di conde nast stabilire una strategia di scounting e recruiting del giusto profilo è fondamentale. E’ necessaria coerenza con gli obiettivi di progetto e di brand, ma allineamento anche con il posizionamento e l’immagine del media di riferimento (magazine).

  • Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

L’Approccio strategico e creativo ad ogni progetto. Nulla viene lasciato al caso ma tutto viene costruito affinché il fruitore (pensiamo a un evento) non si accorga degli ingranaggi della macchina organizzativa ma possa solo godere a pieno l’experience.

  • Qual è la prima cosa che fai ogni mattina quando arrivi in ufficio?

Bevo un espresso e scrivo “to do list” (rigorosamente in quest’ordine 🙂 )

  • Come descriveresti lavorare nella moda in una delle capitali del settore come Milano?

Credo che Milano sia una delle città più stimolanti d’Europa (soprattutto da tre/quattro anni a questa parte). E’ una delle pietre miliari della fashion industry, ma amo molto come negli ultimi anni la moda e Milano siano diventati “accoglienti” con lo spettatore. Probabilmente perché il fashion è ormai diventato di fatto “omnichannel” (oggi possiamo godere di un fashion show banalmente dai canali social di brand o di influencer) sia perché i momenti di comunicazione legati alla moda sono diventati delle occasioni esperienziali fatte di eventi, social experience, cultura ecc

  • Quali sono i tuoi posti preferiti inerenti alla moda di Milano?

5 vie e corso como 10

* Condé Nast Social Talent Agency è la realtà di Condé Nast dedicata al talent&influencer management nata ad ottobre 2018 sotto la direzione strategica di Riccardo Pozzoli. L’agenzia vanta un portfolio di 27 profili: “Talenti” e non semplici influencer, persone autentiche e credibili che raccontano sui social media la propria vita fatta di passioni, professioni ed esperienze. CNSTAgency offre un duplice modello di business prevedendo la possibilità di realizzare progetti che coinvolgono i canali del Talent e quelli editoriali di Condè Nast.

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