Il futuro delle riviste di moda: fra negozi, merchandising e riduzioni di scorte

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Giganti cambiamenti hanno scosso il settore dell’editoria da quando il primo numero di Vogue è uscito nel 1892.

Fra i fattori più significativi e di impatto, sicuramente troviamo Internet e l’introduzione degli smartphone. La nascita dei contenuti digitali e dei magazine online, ha sconvolto per sempre il modello di business basato sulla pubblicità della carta stampata, con inserzionisti sempre più spostati verso influencer e marketing online e lettori che prediligono consumare contenuti editoriali dal loro smartphone. 

Nel 2020, il telefono è la piattaforma più utilizzata per il consumo di riviste nel Regno Unito. Oltre la metà degli adulti britannici afferma di accedere alle proprie riviste preferite tramite smartphone, rispetto al 38% che legge riviste cartacee almeno mensilmente. Statista

Le conseguenze del digitale hanno avuto impatto non solo sul modo in cui i lettori accedono ai contenuti, ma anche sulla mentalità di questi ultimi. Il consumatore delle riviste di moda oggi non è solo digitale, ma è sempre più informato e attento ai temi sociali. 

Le riviste di moda devono far sognare e condividere il glamour, ma pur sempre considerando quello che succede nel mondo e fornendo una rappresentazione più realistica della società. Lo abbiamo visto durante la pandemia quando medici, infermieri sono apparsi sulle copertine. 

Un altro esempio è l’iniziativa della 28 edizione della collezione dei titoli di Vogue. Vogue Scandinavia che sarà lanciato ad Agosto 2021,nasce con una nuova idea di vendita della rivista. Infatti sarà possibile acquistare l’edizione cartacea e digitale esclusivamente dal proprio flagship store digitale pensato per ridurre al minimo gli sprechi, eliminando le scorte di magazzino e producendo solo edizioni cartacee che vengono ordinate, rendendo così la rivista il più ecologica possibile. Che la sostenibilità sia sempre più al centro di tutto il settore moda è indiscutibile. L’edizione cartacea e la sua confezione sono realizzate in fibra di legno e mirano a essere completamente carbon neutral, compensando le emissioni residue e utilizzando una produzione efficiente dal punto di vista energetico.

Con le perdite multimilionarie dovute al calo delle entrate pubblicitarie sulla carta stampata, i giganti dell’editoria si sono dovuti riorganizzare cessando le edizioni cartacee di molti numeri. Nel 2016 InStyle che vendeva 100.000 copie al mese annunciava la fine dell’edizione cartacea, a seguire anche Teen Vogue e Glamour con in programma di  pubblicare numeri speciali di stampa occasionali. Nel 2019 anche Marie Claire UK ha annunciato lo stop dell’edizione cartacea. Il gruppo Condè Nast ha infatti chiuso diverse pubblicazioni stampate puntando quindi sui titoli trainanti come Vogue e Vanity Fair. A ridursi non sono state solo le pubblicazioni ma anche gli stipendi e gli uffici. I famosi uffici del gruppo Condè Nast di New York che vantano tra le più belle viste della città con gli uffici al One World Trade Center, già nel 2018 per le perdite multimilionarie ha affittato 6 dei suoi 23 piani ed ora sembrano siano addirittura alla ricerca di una nuova sede. 

La pubblicità sulla rivista cartacea ha trainato il business delle riviste di moda per decenni, ma il settore editoriale deve fare i conti con la realtà ed esplorare nuovi modelli di business, dato che la carta stampata ha sempre meno potere e la curva è ancora in discesa in previsione del futuro. 

Contare soltanto sulla pubblicità online non è proficuo come quella cartacea, inoltre c’è tanta competizione, perciò i brand editoriali stanno cercando soluzioni di business che li rendano indipendenti dai soli accordi pubblicitari. Le nuove opzioni includono eventi, vendita di merchandising, e-commerce e persino store fisici. 

La Vogue Forces of Fashion Conference si terrà la prossima settimana (online ancora per la pandemia. I biglietti in vendita delle edizioni offline arrivano a 3.000€).

A maggio British Vogue ha tenuto 5 days of Vogue Beauty (anche lo scorso anno) una serie di masterclass digitali interattive con editori di Vogue ed esperti del settore beauty. 

Vogue Spagna a Giugno ha lanciato la sua prima collezione di abbigliamento, con una serie di capi con diverse interpretazioni del logo Vogue. La collezione spagnola di Vogue segue altri roll out internazionali tra cui quello di British Vogue, Vogue Paris, Vogue Italia e Vogue Germania.

Tutti i capi della collezione, comprese felpe e t-shirt, sono acquistabili tramite un nuovo sito di e-commerce aperto dal team di Vogue Spagna.

Marie Claire ha lanciato recentemente Marie Claire Beauty Edit preceduto da The Edit con la versione Fashion dove i lettori possono quindi acquistare prodotti di abbigliamento e ora anche beauty direttamente dal sito della rivista con una selezione fatta degli editori.

Allure la rivista beauty fondata nel 1991 a New York aprirà oggi il suo primo store.

Situato all’angolo tra Broome e Lafayette a Soho, il negozio Allure aprirà con 270 prodotti di 170 marchi esclusivamente approvati dagli editor, tra cui Bobbi Brown, Neutrogena, Live Tinted, La Roche-Posay e Dermalogica. Il negozio Allure è anche una sorta di estensione fisica della beauty box in abbonamento della rivista, lanciata nel 2012 che offre ai lettori un mix di sei prodotti a grandezza naturale e campione da provare ogni mese.

Tra eventi, merchandising, abbonamenti, ecommerce e store fisici il settore editoriale è ormai ben oltre le pubblicità, prendendo quindi una direzione molto più interessante che coinvolge diverse figure professionali e sistemi che vanno al di là degli editori e della scrittura di articoli. Spunto interessante anche per chi sta cercando lavoro nella moda ed è affascinato dalle riviste. Lavorare per un giornale di moda non è mai stato solo scrivere articoli, ma adesso, più che mai le opzioni di carriera esplorabili all’interno del settore editoriale spaziano in diversi dipartimenti.

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